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Jeep Renegade: la prima serie, il restyling, la prossima generazione

L'idea di una Jeep in scala ridotta, pensata più per la giungla urbana che per gli sterrati montuosi (ma comunque pronta all'off-road), aveva tutta l'aria di una scommessa. Tanto più che, come già successo in precedenza per la Cherokee, pur essendo un modello americano era made in Italy, per tecnologie e, questa volta, per produzione. Correva l'anno 2014 e, oggi, la scommessa può ben dirsi vinta. La B-Suv ha stregato una clientela ampia e trasversale, fatta di uomini e di donne, giovani modaioli e padri di famiglia, globetrotter e pendolari casa-ufficio. Integrale o a due ruote motrici, con il suo stile, originale e perciò potenzialmente divisivo, ha finito col piacere a tutti. Nel 2018, la Jeep l'ha ridisegnata, ma in punta di matita perché la “squadra che vince non si cambia”. E dopo il restyling ha rinnovato la gamma motori, che spazia dal diesel al plug-in passando per il benzina liscio e l'e-hybrid. Il futuro, sempre più a batteria, pone nuove sfide: la Renegade saprà adattarsi rimanendo fedele al suo Dna? Dalle origini alle ultime indiscrezioni sulla sua erede, ecco il ritratto della baby-Jeep.

Ieri. Senza scomodare alcune antenate risalenti agli anni 70-80, che portavano lo stesso nome ma erano versioni specifiche di altri modelli (su tutti la CJ-5), la storia della Renegade scrive il suo incipit nel 2008, quando il marchio presenta una concept omonima al Salone di Detroit. Non è una Suv, anzi: si presenta come una sorta di dune buggy. È piuttosto minimalista ma, col senno di poi, scorgerne alcuni tratti che hanno poi caratterizzato la vettura di serie, come il frontale, la forma dei passaruota, la linea delle spalle e le luci di coda con disegno a “X”. Il nome, poi, è quello lì: Renegade. Che viene svelato poco prima dell'imminente debutto al salone di Ginevra, a pochi mesi dal lancio commerciale (giugno 2014). Fuori è squadrata, come una fuoristrada vera, ma arrotondata agli angoli. Dentro è spartana, ma stilosa. Lunga 4 metri e 23 centimetri, larga 1 e 80 e alta 1 e 69, la piccola ha chiaramente una vocazione cittadina, tuttavia non fa mancare varianti 4x4, compresa la specialistica Trailhawk, che ha anche un'altezza da terra maggiorata (di 2 cm), rinforzi specifici per la carrozzeria, paraurti dedicati (per avere angoli d'attacco e di uscita più ampi) e cinque differenti settaggi del Select Terrain. Entro i primi tre anni di carriera, la gamma motori arriva ad offrire un'ampia scelta: benzina 1.4 turbo, 1.6 o 2.4 aspirato, oppure diesel 1.6 o 2.0 Multijet offerti in diversi step di cavalleria, con la possibilità di scegliere, per entrambe le alimentazioni, anche varianti automatiche, con trasmissioni Fiat o ZF. Nel 2018 scatta l'ora del restyling, riconoscibile soprattutto dai fari con luci a Led. Piccoli ritocchi riguardano anche la console centrale e l'infotainment, il cui display arriva fino a 8,4” e garantisce la compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto. L'anno dopo arrivano i nuovi motori turbo benzina della famiglia Firefly: il tre cilindri T3 da 1.0 litri e 120 CV (solo manuale) e il T4 da 1.3 litri e 150 CV (solo automatico doppia frizione).

Oggi. Pur mantenendo in gamma varianti a benzina non elettrificate (la 1.0 da 120 CV) e diesel (l'1.6 Multijet da 130 cavalli, aggiornato nel 2020), la Renegade odierna è identificata soprattutto dalle varianti ibride, che avranno il compito di traghettarla verso la nuova generazione. La 4xe – sigla che identifica la versione plug-in – permette di viaggiare in solo elettrico, a batteria carica, per qualche decina di chilometri: sono 40 quelli rilevati nella nostra prova della versione S da 240 cavalli, ma la Renegade ibrida ricaricabile può essere anche meno potente, da 190 cavalli. Con due motori (turbobenzina all'anteriore ed elettrico dietro), anche “alla spina” la baby-Jeep mantiene la trazione integrale per affrontare lo sterrato, ma è chiaro che il suo asso nella manica sta in un powertrain capace di bypassare, nella maggior parte dei casi, le restrizioni al traffico nei centri urbani. Dai primi mesi del 2022, poi, è anche e-Hybrid. La Casa ha introdotto un nuovo grado di elettrificazione abbinando un un quattro cilindri turbo benzina di 1.5 litri della famiglia Gse, prodotto a Termoli, con due unità elettriche: una a cinghia e l'altra integrata nella trasmissione, quest'ultima capace di fornire un contributo di potenza e coppia. Il sistema, completato da un cambio doppia frizione a sette rapporti, ha una potenza di 130 CV ed è una sorta di via di mezzo tra un ibrido mild e un full: è in grado di muovere le ruote per brevi tratti a zero emissioni, ma non ha tutta la potenza elettrica di una full hybrid.

Domani. Il futuro della Renegade è scritto nei piani del gruppo Stellantis e, per il momento, tenuto sotto stretto riserbo. Tuttavia, è  possibile fare qualche ipotesi  al riguardo, in base alle recenti mosse della Casa e alle indiscrezioni trapelate finora. Tutto ruota intorno alla piattaforma Stla Small, sulla quale verrà realizzata - e questo è sicuro - nel 2023 la B-Suv elettrica a marchio Jeep, di cui, qualche mese fa, sono state diffuse le prime immagini ufficiali. Essendo il pianale destinato a modelli compatti, di lunghezza massima intorno ai 4,20 metri, tutto lasciava intendere che questa vettura, che verrà prodotta in Polonia nell'ex fabbrica FCA di Tychy, avrebbe raccolto l'eredità della Renegade, non necessariamente con lo stesso nome. Più recentemente, però, sono emersi nuovi indizi, secondo cui la sostituta verrebbe prodotta negli stabilimenti Stellantis a Vigo, in Spagna. Quindi, in base alle informazioni raccolte da Quattroruote, l'eredità della Renegade nel segmento B sarebbe destinata sdoppiarsi, anche a livello estetico, in due modelli o versioni: uno più spiccatamente urbano - quello costruito in Polonia - e presumibilmente elettrico (o prevalentemente elettrico), l'altro più rude e avventuriero - insomma, più in linea con la tradizione del marchio – che verrebbe assemblato in Spagna, magari con un maggiore orientamento al termico e con la trazione integrale affidata (come ormai già oggi) al sistema ibrido 4xe. In sostanza, la prima auto andrebbe a inserirsi nella famiglia di Compass, Cherokee e Grand Cherokee, mentre la seconda in quella della Wrangler. Tale strategia sarebbe avvalorata dalla tesi secondo cui la piattaforma Stla Small non sia predisposta ad accogliere solo powetrain full-elettric, ma anche soluzioni miste. In ogni caso, da sola o in coppia, e che la si chiami Renegade oppure no, una Jeep in scala ridotta continuerà a esistere. E, c'è da scommetterci, piacerà ancora.




Immagine Quattroruote


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