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L'auto è (anche) opera d'arte

Quando l'amico o l'impallinato di turno sostiene una volta di più che le Porsche sono opere d'arte, alzare gli occhi al cielo e invocare Santa Pazienza non è l'atteggiamento giusto. Senza entrare nel merito estetico e nella loro filosofia costruttiva, è un fatto che lo siano. Negli anni le varie 356, 911 e 917 sono state decorate, dipinte, scolpite, ritratte, riprodotte con i materiali più eterogenei. Hanno fornito ispirazione ad artisti e fotografi in ogni parte del mondo. Specie da quando la cosiddetta "automotive art" ha conquistato una clientela sempre più accesa e diffusa. Nella quiete del suo atelier delle Midlands, anche l'inglese Jonny Ambrose sta dando gli ultimi ritocchi a un'opera decisamente impegnativa. Accanto ai ferri del mestiere d'artista, sulle pareti sono appese dozzine di disegni che raffigurano profili e dettagli di Porsche da corsa e stradali, oltre a diversi modellini in plastica. Sono le prove per il lavoro più ambizioso della sua carriera, perché all'innata manualità ha dovuto aggiungere l'apprendimento della progettazione CAD e della stampa 3D. Sul grande banco di lavoro al centro dell'atelier, una fitta ragnatela di tondini evoca la forma inconfondibile della 917 Kurzheck "coda corta" in scala uno a due. L'opera è realizzata da sezioni di alluminio che replicano il disegno del telaio originale, mentre i tubicini in carbonio sono la "dima" della carrozzeria.

Forme veloci e tanta, tanta dedizione. Di unico, il modello di Jonny Ambrose ha lo slancio, la silhouette strecciata e le ruote deformate in esagoni: è il suo modo per riprodurre il senso e la magia della velocità. Un vero e proprio marchio di fabbrica dell'artista inglese, che ha riprodotto la Kurzheck con circa 2.000 componenti. Queste sono unite da connettori disegnati in proprio al computer e stampati in 3D: un processo che si è protratto per due mesi, prima delle tre settimane necessarie alla costruzione manuale vera e propria. "La 917 che ho riprodotto in scala è basata sull'auto vincitrice della 24 Ore di Le Mans del 1971. Bella e fragile, con quel telaio in magnesio così radicale sotto la carrozzeria, che la rende ancora più leggera e delicata" racconta Ambrose, che si avvicinò all'arte automobilistica già durante l'infanzia, affascinato dalle forme e dalle livree delle Formula 1 degli anni 70 - e come dargli torto... Tale passione l'ha accompagnato per tutti gli anni formativi, fino alla laurea in belle arti all'Università di Nottingham. Dopo una carriera di successo nell'industria del videogame, durante la quale ha acquisito la padronanza del disegno digitale in 3D, nel 2016 Ambrose ha deciso di compiere il grande passo e diventare un artista a tempo pieno. Il suo linguaggio utilizza un mix di materiali tra legno e alluminio, vetroresina e fibra di carbonio. Spesso accentua con sapienza le forme aerodinamiche per ricreare "il momento in cui il designer ha l'idea iniziale dell'auto e la traduce nella forma più pura e libera, sotto forma di schizzi", spiega.

Il futuro ha grandi cose in serbo. Il suo atelier è costellato di rilievi monocromi delle 917 e delle 911; dai dettagli di paraurti, alettoni, ruote, o sezioni di carrozzeria delle "codalunga". Su un banco di lavoro poggiano le sculture di una Carrera 904 GTS e della 911 RSR Mary Stuart, accanto a una 935 Moby Dick da finire. "Per decenni, la storia sportiva Porsche è stata una fonte costante d'ispirazione, dalla slanciata 908 alle 917, alla spesso sottovalutata 936. Il cambio di passo radicale è rappresentato dalla 956, fino all'attuale 919. Sono tutte così diverse, ma accomunate da un design forte ed espressivo". I materiali sono parte del linguaggio espressivo di Ambrose, che sa abbinare la precisione matematica delle fibre composite al calore organico delle essenze lignee curvate a vapore. Solo di recente l'artista ha iniziato a sfruttare la tecnologia della stampa 3D con una serie di 917 di varie forme, dalle prime Codacorta alle spider Can-Am. Segnatevi in agenda il suo nome, perché ha grandi cose in programma. Nel senso letterale del termine: "L'anno prossimo Porsche festeggia il 40° anniversario della 956, così vorrei realizzarne un modello tipo quello della 917 Kurzheck, ma in scala integrale. Una sfida affascinante per un'altra forma bella e inconfondibile, accompagnata da una storia straordinaria. Non vedo l'ora di vedere come si evolverà".




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