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Mercedes 500 SL, eccellenza a cielo aperto

Non è affatto un caso che la stragrande maggioranza dei modelli della Stella abbia avuto una gestazione lunghissima. Prendiamo, per esempio, la Mercedes 500 SL (Sport Leicht, ovvero sportiva leggera): gli uffici tecnici di Stoccarda hanno cominciato a lavorare al progetto nel 1981, ma i primi collaudi su strada sono partiti nel 1984. E la macchina ha debuttato soltanto al Salone di Ginevra del 1989. Otto anni, in totale, che sono la conseguenza di scelte tecniche adeguatamente meditate, oltre che di lunghissime sperimentazioni. Obiettivo? La massima affidabilità.

Inconfondibile. La SL (codice di progetto R129) nasceva per sostituire la R107 e segnava una netta cesura con quest'ultima, nello stile – disegnato da Bruno Sacco – come nei contenuti. La 500, con il suo V8 da 5 litri e 326 cavalli, era al vertice della gamma; non si distingueva tanto per le (comunque notevoli) prestazioni – raggiungeva i 250 km/h e accelerava da 0 a 100 in 7,2 secondi – quanto da quello della godibilità, perché l'8 cilindri della Stella sfodera ancora oggi un'elasticità e una rotondità di funzionamento semplicemente esemplari, così come una silenziosità meccanica da riferimento. Allo stesso modo, le raffinate sospensioni a ruote indipendenti (Multi-link al posteriore) le regalavano indiscutibili doti di stabilità e tenuta di strada: una potente trazione posteriore che non impensieriva nemmeno il più sprovveduto dei guidatori, anche grazie al semplice sistema di controllo della trazione by Bosch.

Cura esasperata. L'attenzione dei progettisti ai dettagli traspare ovunque, nell'abitacolo. Dal rollbar ad arco, che c'è ma non si vede, annegato dietro i sedili, al clima automatico, che prevede due diverse logiche di funzionamento per la marcia con capote aperta o chiusa e la funzione Rest: attivandola, una pompa elettrica (al massimo per 30 minuti) fa circolare nel riscaldatore del sistema di climatizzazione l'acqua del motore anche quando questo è spento, in modo da mantenere caldo l'abitacolo durante le soste brevi. Cinque motorini elettrici muovono il sedile (con cintura di sicurezza integrata), mentre la capote di tela con lunotto in plastica si apre e chiude in 30 secondi grazie a un servocomando idraulico, 15 pistoncini e un microcomputer con 17 sensori di fine corsa. Di serie veniva fornito anche un hard top d'alluminio, ancorato alla scocca tramite quattro dispositivi elettromagnetici azionati da un interruttore in plancia.

Supercar in tutto e per tutto. All'epoca, per mettersi in garage una Mercedes 500 SL occorreva scrivere, sull'assegno intestato al concessionario, una cifra pari a 123.269.000 lire, optional esclusi. E prepararsi ad attendere – almeno nel nostro mercato – qualcosa come tre anni, prima di averla tra le mani. Sostanzialmente, senza difetti degni di nota, fatta eccezione per il cambio automatico a quattro marce, non al livello della meccanica, e per il consumo, piuttosto elevato. Nel 1995 comparve il primo restyling, il secondo arrivò nel 1998. Giusto per traghettare la SL R129 fino alla meritata pensione, avvenuta nel 2001.




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